Indagini 2017/2018

Protagonista di una storia millenaria, Pavia fu fondata dai romani già nel primo secolo a.C.

La città si trovava all’incrocio delle più importanti strade internazionali, di terra e d’acqua: la via francigena (isole britanniche – Roma), l’itinerario gerosolimitano o burdigalense (Bordeaux – Gerusalemme) e le vie compostelane (da est e da nord a Finisterre).

Affacciata sul fiume da cui inizialmente prese il nome di Ticinum, dalla tarda antichità fino al termine dell’età visconteo-sforzesca con la vicina Milano ricoprì a fasi alterne il ruolo di sede del potere politico, prima con Odoacre (476-493) e con Teodorico (493-526), poi con i Longobardi (572-774), i Carolingi, i Sassoni e gli Ottoni (774-1024), come capitale del Regno Italico.

Ai fini della comprensione del significato storico della città di Pavia nel circuito delle sedi di potere dell’Europa medievale la storia parallela di San Salvatore e di San Pietro in Ciel d’Oro ma anche quella di San Michele costituiscono un punto di osservazione privilegiato.

Per i tre complessi architettonici, a noi pervenuti dopo varie trasformazioni che sembrano aver completamente cancellato le fasi precedenti, è sufficientemente nota la storia recente, dal XII secolo per San Pietro in Ciel d’Oro e per San Michele e dal XV per San Salvatore.

Mancano, invece, informazioni circa l’esatta collocazione e l’articolazione degli edifici di età longobarda e ottoniana.

Eppure allora i tre insediamenti religiosi furono luoghi particolarmente privilegiati, in grado di contenere scuole e scriptoria di alto livello, di ospitare sinodi e concili, e di accogliere re, imperatori e pontefici con le loro corti beneficiando del patronato e della tutela dei regnanti e svolgendo un ruolo di controllo e gestione su ampi territori dalle Alpi fin in Toscana.

Alla base dei due progetti stava la convinzione che mirate indagini archeologiche (centro di attenzione specifica del progetto del 2018) potessero finalmente fornire elementi illuminanti per la comprensione di quello status speciale goduto in passato da Pavia antica capitale per i Longobardi e poi del Regno italico, luogo di residenza oltre che di passaggio di re e di imperatori, a partire da Teodorico il grande fino almeno a Federico Barbarossa.

La città, infatti, pur protagonista della storia altomedievale non solo d’Italia, presenta particolare scarsità di testimonianze materiali dei secoli precedenti il Mille. Reperti e manufatti sono necessarie fonti d’informazioni per gli studi storici, e anche capaci di parlare al largo pubblico proprio nella loro connotazione archeologica.

Quanto non ancora esplorato nelle fondazioni di San Michele e dei due monasteri imperiali della città può contenere resti utili per cominciare a far luce su un capitolo di storia non solo locale. E l’aspettativa non è andata delusa grazie al progetto del 2018 che apre nuove prospettive interpretative.

Grazie ai progetti del 2016 e 2017 sono stati condotte sui tre complessi, indagini preliminari (tecnico scientifiche e archivistiche) che hanno permesso di gettare nuova luce sulle radici longobarde di Pavia e di compiere interventi conservativi.

In particolare, sono state effettuate le seguenti azioni:

  1. Prospezione del sottosuolo tramite l’uso di speciali attrezzature georadar nelle tre basiliche e nelle aree contigue, che hanno messo in luce alcune anomalie nel sottosuolo.
  2. Analisi paleopatologiche delle ossa attribuite al re longobardo Liutprando.
  3. Organizzazione del convegno di studi “Pavia. I monasteri imperiali. Un anno di indagini, scoperte e progetti” in occasione della cerimonia di rideposizione delle ossa ritenute del re longobardo Liutprando, con pubblicazione degli atti relativi
  4. Restauro delle due lapidi sulla controfacciata della chiesa di San Salvatore (che riportano epigrafi dedicate rispettivamente alla Regina Adelaide e ai re longobardi della dinastia bavara) e delle due lapidi sul pilastro sudoccidentale del presbiterio di S. Pietro in ciel d’oro (dedicate a Liutprando).
  5. Parallelamente la redazione di schede tecniche e grafiche dei tre monumenti e la produzione di una documentazione dettagliata dei siti (relazioni e planimetrie), sviluppata da giovani ricercatori ha permesso di rendere conto delle indagini geofisiche realizzate tra il 2016 e il 2017 e di portare avanti l’attività di ricerca archivistica e bibliografica, predisponendola per gli approfondimenti del 2018.

Attualmente i reperti ritrovati nei tre complessi sono oggetto di attenti studi e analisi ed è in corso la stesura degli Atti.

Per maggiori informazioni sui monumenti trattati e sulle indagini radar stratigrafiche e i restauri condotti tra il 2016-2017 nei complessi rimandiamo al sito www.monasteriimperialipavia.it

Un progetto di:

Con il contributo di:

Bando anno 2018 per la promozione di interventi di valorizzazione di aree archeologiche, siti iscritti o candidati alla lista UNESCO e itinerari culturali