Restauri della volta presbiteriale

Restauri di: volta presbiteriale, navata centrale, capitelli del tiburio

La recente campagna di restauro, promossa dall’associazione Il Bel San Michele con il beneplacito della parrocchia di San Michele Maggiore, iniziata nel mese di maggio del 2021, è il risultato di un processo progettuale e gestionale, partito alcuni anni fa.
L’associazione, con l’ausilio di un comitato scientifico di orientamento ha predisposto una serie di capitoli d’intervento che affrontano il problema della conservazione e valorizzazione del bene partendo dallo stato di fatto attuale con l’intenzione di promuovere il monumento e dargli una nuova centralità nella vita della città in un orizzonte nazionale ed europeo.
Il progetto di restauro della volta presbiteriale, individuato nelle schede di progetto come volta B, ha portato alla luce un ciclo pittorico coperto nel corso dei secoli da vari altri interventi decorativi, le figure, che ritraggono i padri della chiesa e che sono riconoscibili sono quella di San Gregorio Magno, sull’unghia est, San Gerolamo, sull’unghia sud, Sant’Agostino, sull’unghia ovest.
La quarta unghia, quella verso nord, che avrebbe dovuto rappresentare Sant’Ambrogio, non è giunta fino a noi e si è persa, nel corso del tempo, a causa della problematica situazione degli strati di intonaco, che rivestono la volta.
La situazione che ci si è trovati ad affrontare ha portato alla luce una superficie degli intonaci fortemente ammalorata e con lacune sia delle porzioni dipinte che dell’intonaco stesso.
Durante le fasi preliminari di analisi e di studio, sono state individuate, tramite saggi stratigrafici, 7 fasi, partendo dall’ultima, quella visibile prima dell’intervento, frutto dell’intervento effettuato a metà ottocento dai fratelli Dell’Acqua, passando da due fasi intermedie fra la fine del 500 e i primi dell’ottocento, fino ad arrivare allo strato 4.
Sotto questo strato, un sottile livello preparatorio che poggia sullo strato di intonaco fine steso sull’intonaco dello strato ultimo (il settimo) che copre la volta in laterizio.
Il metodo adottato è stato quello di mettere in evidenza lo strato 4, su cui sono stati ritrovati gli affreschi raffiguranti i dottori della chiesa, dove non era più visibile lo strato 4, si è deciso di lasciare a vista lo strato 6 considerato lo strato di finitura originaria della volta.
Dopo aver proceduto alla descialbatura manuale degli strati pittorici moderni, lo strato interessato dalla presenza di affreschi, è stato ripulito e integrato nelle parti mancanti con un ritocco sottotono che consentisse la lettura dell’affresco senza alterarne le caratteristiche di originalità.
Le parti di intonaco antico rimaste a vista, sono state consolidate tramite iniezioni sottotraccia, come pure le parti in fase di distacco i cui bordi sono stati fermati in modo da evitare che proseguisse il distacco del materiale.
Il processo di restauro ha interessato anche i capitelli del tiburio e i capitelli dell’abside, attraverso una prima fase di pulizia, attraverso aspirazione, della polvere, delle ragnatele e dei residui più facilmente rimovibili.
Sulla superficie dei capitelli vi sono tracce di colore, sono stati presi alcuni campioni, in modo da poter procedere alla loro campionatura e a un esame di laboratorio che potesse dare indicazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche dei pigmenti.
L’intervento più importante in questo caso ha riguardato il consolidamento di parte dei capitelli effettuato con ammonio fosfato bibasico (DAP) steso sulla superficie in arenaria con lo scopo di consolidare le porzioni di capitello e di colonna in fase di distacco e/o erosione.

MANCANO euro 28.812 per completare l’opera.

Aggiornamento del 24 maggio 2022

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